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Piante velenose
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Corydalis cava

corydalis

 

Corydalis cava (L.) Schweigg. & Korte

Sinonimi: Corydalis bulbosa Pers., Corydalis tuberosa DC, Pistolochia bulbosa Soják
Famiglia: Papaveraceae
Nome volgare: Colombina cava,
Etimologia: Il nome del genere deriva dal greco Korydalis = allodola coronata, con riferimento al ciuffo piumato dell’allodola somigliante alla forma dei fiori, il nome specifico fa riferimento a suo tubero cavo.

Morfologia:
Pianta erbacea perenne, lattiginosa, di piccole dimensioni è alta 15-25 cm, con radice bulbosa, globosa e cava
Fusto corto, non ramificato, lasso che porta foglie senza stipole, doppiamente tripartite, incise, di colore verde-bluastro, che ricordano quelle dell’Anemone nemorosa.
Infiorescenza in grappoli terminali, composta da 6-20 fiori ermafroditi, zigomorfi, lunghi 10 - 25 mm, brattee fiorali ovali e intere, calice con 2 sepali colorati e caduchi, corolla formata da 4 petali, con il superiore che si prolunga in uno sperone allungato dritto ma ricurvo all’estremità, orizzontale o verticale rispetto al terreno, di colore rosa-opaco, talvolta violetti o bianchi, stimmi sessili disposti a disco..
Il frutto è una capsula allungata a forma di siliqua con numerosi semi.

Distribuzione – Habitat – Fioritura:
Originaria dell’Europa, Caucaso, in Italia è considerata comune, è assente soltanto sulle isole, vive al limite dei boschi, in boschi radi di latifoglie, in luoghi a mezz’ombra, siepi, frutteti, vigne fino a più di 1000 m di altitudine, dove fiorisce in primavera da Marzo a Maggio.

Proprietà ed usi:
Pianta allucinogena, antibatterica, antisettica, antispasmodica, sedativa; calmante il dolore. Il contenuto di alcaloidi tossici soprattutto nel tubero la pongono tra le piante velenose, l’assunzione di alte dosi della pianta può provocare fatti epiledoidi.

Nota: La Corydalis cava si differenzia dalla Corydalis solida per il tubero cavo anziché pieno, le brattee intere anziché profondamente incise e digitate e lo sperone sensibilmente arcuato anziché poco arcuato o appuntito

 

 

Corydalis solida (L.) Schwartz

Famiglia: Papaveraceae

Sinonimi: Fumaria bulbosa L. var. solida (basionimo)

Nome comune: colombina solida

Etimologia: il nome del genere Corydalis deriva dal greco “korydalis”, che significa “allodola”, il nome della specie fa riferimento alla principale caratteristica di questa pianta, quella di avere un bulbo-tubero “solido”, nel senso di “pieno”, a differenza della congenere C. cava (L.) Schweigg. et Körte (vedere la scheda monografica di Giuliano: Corydalis cava) che ha un bulbo-tubero cavo, molto più voluminoso.

Morfologia: Corydalis solida (L.) Schwartz è una geofita bulbosa con bulbo-tubero giallastro, ovoide, piccolo (10-13 mm) e pieno, il fusto di C. solida (L.) Schwartz è completamente erbaceo di colore biancastro (tendente al verde-bruno nella parte superiore), alto fino a 20 cm, solitamente eretto, zigzagante, e terminante in uno o (più raramente) in due racemi fiorali;
la foglia caulina inferiore di C. solida (L.) Schwartz è ridotta ad una squama, mentre le due foglie cauline superiori sono picciuolate (picciolo di 10-20 mm) ed hanno lamina di colore verde glaucescente e contorno triangolare (25-40 mm), sono bipennatosette, con 3x3 segmenti di 2° ordine suddivisi in 3-5 lacinie a contorno lanceolato.

I fiori di colore roseo (violetto alla fauce) o più raramente bianchi sono ciclici, eteroclamidati, zigomorfi e pentameri con petali conniventi lateralmente, il maggiore dei quali si prolunga formando uno sperone (9-12 mm di lunghezza) ripiegato verso il basso, i fiori sono portati (solitamente in numero variabile da 10 a 20) da un ricco racemo fiorale eretto, ogni fiore è posto all’ascella di una brattea fogliare, lunga circa 13 mm e larga circa 10, suddivisa in 5 lacinie lanceolate.

Il frutto è una capsula di 10-25 mm provvista di peduncolo fruttifero lungo 12-18 mm.

Ecologia: specie tipica dei boschi freschi della fascia collinare e montana (soprattutto delle faggete), sporadicamente risale fino al limite inferiore del piano subalpino (limiti altitudinali consueti: 100-1800 mslm), mentre più frequentemente scende fino alla pianura, è segnalata in tutte le regioni italiane, ma al Sud è piuttosto rara, può formare colonie di molte migliaia di esemplari.

Antesi: da fine marzo a fine maggio, a seconda dell’altitudine

Utilizzo nella medicina popolare ed in Erboristeria: ha proprietà antibatteriche, narcotiche ed analgesiche, per via dei numerosi alcaloidi contenuti nel bulbo tubero e nelle altre parti della pianta (corydalina, tetraidropalmatina, tetraidrocoptisina, glaucina, protopina, tetraidrocolumbamina, coribulbina, ecc.) dev'essere considerata una specie ad elevata tossicità e ne va accuratamente evitato ogni utilizzo domestico.